Il posto fisso

Dice: «E' che er mi fijo non gioca mai centrale de centrocampo.. Sto mister l'ha piazzato n difesa, e 'r mi fijo me fa ma io n me ce ritrovo, c'ha ragione, porello»
Dico: «Vabbè, ma c'ha quattordici anni. Vojo dì, se non impara adesso a coprì più ruoli, quando 'mpara?»
Dice: «'A fai facile te, oh. E' arivato er professore. N'è che te scrivi de sport e poi te metti a scrive de politica co n'attimo»
Dico: «Veramente è successo er contrario, comunque, se mpara. Ripeto.»
Dice: «Ma poi rischi che n capisci n cazzo né dell'uno né dell'altro»
Dico: «Eh ma devi studià, n'è che te poi 'mprovisà. Appunto, te dico, me sembra che se gioca centrale de difesa va bene, deve solo applicasse e allenasse. Daje tempo»
Dice: «Sì, ma non è er ruolo suo»
Dico: «E io te dico che c'ha quattordici anni, si nun impara mo, ma quando impara, a trentacinque?»
Dice: «Ber comunista, oh, prima fai tanto er coso poi predichi 'a flessibilità. Ma nun eri pe 'r posto fisso?»
Dico: «Ber paraculo eh?»

Ma te sei settario #2

Dice: «Ma te sei settario»
Dico: «Ma sete belli voi che fate 'a sinistra co D'Attorre e Casarini insieme»
Dice: «Vabbè ma è na fase, poi se vedrà co chi e come. E poi n fa gnente, ce devi sta n mezzo ai processi»
Dico: «A me non me sembra un processo quanto più na maionese impazzita»
Dice: «Vedi? O vedi che sei un settario che te precludi ai dialoghi?»
Dico: «Ma scusa tu me spieghi che c'hai da spartì co D'Attorre?»
Dice: «Mah, te dirò, intanto condividemo insieme sto progetto»
Dico: «Poca fuffa, più ciccia: Fassina, D'Attorre etc hanno votato tutti i provvedimenti sul lavoro che t'hanno ammazzato. Che c'hai da spartì co loro?»
Dice: «Vabbè, se voi sentitte dì che c'hai ragione, too dico. Tanto, lo sai come se dice a Roma no?»
Dico: «Non me devi dà ragione, è che ve state a mette, pe' l'ennesima volta, co gentaglia. E noi qua c'avemo da ricostruì er partito».
Dice: «Ancora.. er partito sta nelle masse, nei processi»
Dico: «Nei processi co D'Attorre, Fassina, Casarini e Fratoianni?»
Dice: «Sei sempre più settario, ao»

Il barbiere di borgata

Il barbiere di borgata non è quello di una via specifica ma quello della strada a fianco, perché in borgata ce n’è uno. Se ce ne stanno due è facile che uno dei due - nel giro di qualche anno - si unisca con l’altro e facciano bottega unica.
A meno che i due non si dividano nelle fazioni che sempiternamente hanno diviso l’umanità: nei bizantini erano le curve dell’ippodromo, qui le curve dell’Olimpico.
Da lontano raramente te saluta: uno deve arrivare a ritrovarselo di fronte perché si possa avere il piacere del Ciao/Buongiorno/Buonasera! di ritorno.
Quando s’entra dentro il negozietto di via dei colombi e te metti in attesa senti già li sproloqui der pre-derby e Radio Centro Suono che - seguendo la linea del «nu smorzà, abbassa» di verdoniana memoria - è sempre accesa e fissa sul dibattito calcistico della preparazione giallorossa.

Poi, na volta che te sei steso sulla poltrona, gli dici com’è che vorresti il taglio - che sia comunque annoverabile tra quelli ordinari.
E esci, sempre, con n taglio diverso da quello chiesto.
Sempre.
Perché 'r barbiere de borgata vive de vita propria e se ne frega altamente de quello che gli dici tu, conclude il taglio dicendoti soddisfatto: «Beh, così stai mejo, ao».
Tu, allora, che fai: ringrazi, paghi, saluti.
E torni a casa. Da disadattato.

Socratici post

Vabbè, in realtà, uno pensa «dai sto post 'o dovevi fa, n'è che ce poi girà tanto 'ntorno».
In effetti è così, se doveva fa, perché 'n conto è scrive cose che verranno lette da na cerchia più o meno ristretta de gente, n'altro è se na n gruppo de ragazzi de n liceo te legge quello che hai scritto e te lo qualifica come poesia.
I versi so sempre stati n rifugio e n blog in cui sproloqui in romano non l'hai mai considerato tale. I versi so sempre stati n rifugio ma c'hai sempre paura perché hai sconfinato l'età limite de Benedetto Croce, te l'aveva detto pure De Andrè: 
«Benedetto Croce diceva che fino a diciotto anni tutti scrivono poesie e che, da quest'età in poi, ci sono due categorie di persone che continuano a scrivere: i poeti e i cretini».
E te inizi ad avelli superati i 18.Niente, n pratica hai  scritto n post su n'assemblea de sabato 7 novembre perché la giornata lo richiedeva, visto er novantottesimo anniversario della Rivoluzione d'Ottobre, perché eri stato a n'iniziativa co n sacco de gente.
Solo che quello stesso giorno ce stava pure n'altra iniziativa e te malignamente pensi 
mortacci loro, ao. guarda che se so nventati.
Poi però gli scleri passano quando senti che te citano e te leggono.

[Grazie.]

A me, me piacerebbe

Dice: «Ma che è sta Sinistra Italiana? Se so messi d'accordo pe' fa n partito?»
Dico: «No, veramente è na pecionata. Manco è 'n partito, a dilla tutta»
Dice: «Come n'è 'n partito. E che è?»
Dico: «E' 'n gruppo parlamentare che è nato da due der Pd che se ne so annati e da n po' de gente de Sel. E qualche foriuscito del Movimento 5 Stelle»
Dice: «Però 'o sai che me piacerebbe n sacco na sinistra ar 15%?»
Dico: «Sì ma guarda che quelli n c'arivano mica, eh. N ce vonno manco arivà»
Dice: «Vabbè, ar 10, quello che è»
Dico: «Cala»
Dice: «Vabbè qualsiasi cifra. Me piacerebbe n sacco: calcola che n sacco d'astensione è del Pci, eh. N'è che se so rotti er cazzo solo a destra»
Dico: «Ma te te la sentiresti de votà Fassina? Quello che t'ha massacrato fino a du mesi fa che mo se scopre diverso
Dice: «Ma, scusa, te oggi n sei andato a n'assemblea? N sei uscito de casa?»
Dico: «Sì, perché?»
Dice: «E non stavi là?»
Dico: «Manco si me ciechi: stavo qua. N'altra storia. Salutame Fassina».